La Natura svelata - Prima Parte : il reportage
di Daniela Schifano - Foto di Gianluca Musso
"Non si può impedire alle foglie di cadere ed ai fiori di appassire ma anche un ramo spoglio può comunicare più di quello che ha" : ecco il punto di partenza, lo spunto culturale di questa nuova proposta con cui l'Associazione "Shizuka Bonsai e Suiseki" ha ravvivato un periodo in genere dedicato ai tanti stereotipi decembrini. Alle porte del Natale, infatti, si è svolta a Roma, nelle strutture del Museo Orto Botanico, la manifestazione "Natura svelata : la magia delle caducifoglie", dedicata all'osservazione dei bonsai che nella loro fase di quiescenza invernale, privi delle foglie che sanno dare frescura e riparo, mettono a nudo la loro perfetta impalcatura, la forma e l'essenza.
La Natura svelata - Seconda Parte : i suiseki esposti
di Daniela Schifano - Foto di Gianluca Musso
Museo Orto Botanico di Roma, 20-21 Dicembre 2014
Dopo il resoconto, ecco le immagini dei suiseki esposti. In questa occasione, ho avuto il grande onore di essere chiamata a gestire autonomamente la sezione 'Suiseki', dove potevano essere esposte 12 pietre. Ho quindi coinvolto coloro che, tra i miei tanti amici di pietra, erano disposti a venire a Roma, nonostante le feste incombenti che da una parte potevano essere un gradevole incentivo, ma dall'altra hanno complicato un pò la vita ai partecipanti. La Capitale infatti durante le feste di Natale può essere splendida, luminosa, divertente ed abbagliante, ma anche estenuante per il traffico. Per prima cosa, quindi, ringrazio tutti coloro che sono intervenuti con il loro suiseki, accettando l'invito.
Nella scelta delle pietre e delle esposizioni, si è cercato di rispettare il tema stagionale : l'inverno appena iniziato, che nei prossimi mesi ci regalerà giornate fredde ma terse, oppure di un grigiore uggioso, che vela le cose e l'animo, o ancora un mondo ovattato dopo una nevicata copiosa. A ogni partecipante la scelta di immaginare e proporre 'il suo inverno' : non è comunque semplice trovare pietre che nell'aspetto si possano definire invernali, ma sicuramente gli oggetti scelti per l'esposizione hanno potuto suggerire la stagione.
Il percorso tra i suiseki nasce sorprendentemente... all'esterno, tra i viali dell'Orto Botanico, dove nell'ambito dei progetti "Sintassi di paesaggio" (ad opera dell'architetto paesaggista Maria Elena Marani) e "Innesto pantesco" a cura dello scultore Giannino Tufano, vedo due ideogrammi che ben conosco, incisi su una grande pietra proveniente da Pantelleria, posta tra due massi di tufo.
Sui Acqua |
Seki Pietra |
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"L'innesto lavico, fra i blocchi di tufo, vuole simboleggiare un trait d'union con i 'suiseki' della cultura giapponese, ma con significato trasposto rispetto a quello originario : non un paesaggio in miniatura, ma in scala reale; le pietre sono dei veri e propri "giganti" e l'acqua cangia nei colori dell'autunno." Le grandi pietre ci accompagnano così all'ingresso del padiglione destinato alle piccole pietre, i suiseki, disposti ai due lati a fare da cornice ad un bonsai, a sua volta incorniciato dalle fotografie di Paco Donato, di Aldo e Fabio Pasquarella. |
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Dedico quindi le mie prime divagazioni all'ospite d'onore della sala del suiseki : il Pinus densiflora di Sergio Biagi, che è stato esposto con un kakejiku con un pallido sole invernale, ed una piccola pietra capanna, che sembra così piccola e solitaria davanti alla maestosità della pianta. | |||||||||||||
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Le opere fotografiche di Paco Donato meritano un elogio : in fase di post-produzione i soggetti sono stati artisticamente elaborati per arrivare ad un risultato grafico simile ad un dipinto sumi-e, e in fase di stampa sono stati scelti supporti dello stesso formato dei tanzaku e degli shikishi, i cartoncini tipicamente utilizzati in Giappone per piccoli dipinti. | |||||||||||||
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Come anticipato nel resoconto, non sono stati assegnati premi, ma ciò non ha minimamente intaccato la qualità delle pietre esposte, che vi propongo in ordine strettamente alfabetico. Ringrazio ancora gli amici che accettando con entusiasmo mi hanno affidato le loro preziose pietre, ma non mancando di venire a Roma per godere insieme della mostra e della reciproca compagnia. Felice, Lorenzo, Claudio... grazie di cuore ! | |||||||||||||
Le pietre in mostra | |||||||||||||
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L'approssimarsi dell'inverno è simboleggiato dalla nevicata che presto imbiancherà la potente e quieta montagna. L'ambiente montano è richiamato dalla pianta di accompagnamento, una saxifraga che non temerà i rigori invernali. Felice ama molto questa sua pietra, ed il nome poetico fa riferimento sia a questo sentimento affettuoso sia alla sua forma, che può ricordare un coccodrillo in agguato. | |||||||||||||
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Una pietra che in se stessa rappresenta l'inverno, con il disegno di neve che scende. Come elemento di accompagnamento, quindi, non era corretto ribadire l'inverno, mentre le ghiande ricordano il passato autunno, collegando i due momenti stagionali che temporalmente si sovrappongono e convivono. Il tavolo è un modello molto usato in Giappone, chiamato incensiere, perchè sul ripiano inferiore veniva posto un bruciatore di incenso acceso, che creava una atmosfera misteriosa e tranquilla, avvolgendo nel fumo l'oggetto posto sul ripiano superiore. Attualmente, è anche usato nell'esposizione dei suiseki, con o senza un elemento nel piano inferiore. | |||||||||||||
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La pianta di accompagnamento, una Gaultheria procubens, è una sempreverde diffusa nelle foreste del Nord-America, e per tutto l'inverno le sue bacche rosse sono fonte di cibo per molti animali selvatici. E' la piantina, quindi, che sottolinea la stagione invernale accompagnando questo suiseki molto espressivo, mentre la calligrafia, "KITSU SA KO" , è una esclamazione che liberamente si può tradurre come "Vai e bevi un tè", a stare a significare che l'esperienza Zen non è disgiunta dalle semplici occupazioni quotidiane. | |||||||||||||
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Le Sekkei-ishi sono pietre montagna sulla cui superficie sono presenti minerali che rappresentano neve sulla cima o sui fianchi. Questo suiseki quindi è esso stesso l'inverno, e pare quasi che la fredda luce lunare del kakejiku si rifletta sui suoi fianchi ghiacciati in un gioco di misteriosi riflessi. | |||||||||||||
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In alto : a sinistra una pietra montagna ( Setagawa-ishi) con un raro disegno a fiocchi di neve, a destro un cervo in bronzo In basso : a sinistra una capanna con il tetto appena innevato (Kibune-kamogawa-ishi) e a destra una pozza ghiacciata, dagli Stati Uniti Questi gli elementi di un tema invernale addolcito da un bonsai che comunque ricorda che la vita tornerà... magia delle caducifoglie ! |
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Kasaneyama, le montagne sovrapposte
Bonseki "Kasaneyama" Eisei-Bunko Museum w. 21 x d. 9.5 x h. 11 cm |
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Kasaneyama, |
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"Butsuan offre la spada d'oro alla famiglia Yamaguchi in cambio della pietra." | |||
"Kurokamiyama circondata dai letterati del tempo" | |||
(Testi e foto tratti dal Catalogo Ufficiale della "Japan Suiseki Exhibition" - Nippon Suiseki Association, Inc.) | |||
Miyabi 2015
Gorgo al Monticano (Treviso), 28 Febbraio - 1° Marzo 2015
Miyabi è un termine giapponese utilizzato nel periodo Heian, e significa cortese raffinatezza, eleganza, capacità di godere dei piaceri della quiete. Ed in un'isola di tranquillità e ricercatezza, nella campagna trevigiana, la Scuola d'Arte Bonsai ambienta la prima edizione della Miyabi Bonsai Ten, scegliendo non solo una antica dimora dell'aristocrazia veneziana, Villa Foscarini Cornaro, ma anche una formula che premia senza premi. Riservata agli Istruttori ed Allievi della Scuola d'Arte Bonsai, al fine di confrontarsi e di diffondere gli insegnamenti appresi, sono stata invitata in qualità di gradito ospite... senza premi ? Certo che sì ! Anzi, per me era l'occasione che aspettavo, a dimostrazione che non solo i premi muovono le persone e riempiono le sale espositive. Trovo una curiosa analogia : l'anno è per me iniziato a Napoli, nelle sale affrescate di Villa Campolieto, e termina con un soggiorno in questo suggestivo relais, elegante ma anche ricco di spunti curiosi. Villa Foscarini Cornaro nasce come residenza cinquecentesca dei più bei nomi dell'aristrocrazia veneziana, ed è stata ristrutturata creando un albergo signorile e riservato e sfruttando al meglio tutti gli ambienti, dal granaio dove si allevavano bachi da seta alle vecchie scuderie, dalla cantina alla Torre Colombaia.
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La Crespi Cup 2015
di Daniela Schifano
Parabiago, 11-20 Settembre 2015
Per me, una edizione particolare della famosa Crespi Suiseki Cup, organizzata dalla famiglia Crespi nel proprio punto vendita di Parabiago, per la presenza, nel ruolo di giudice unico per il suiseki, di Mr. Masayuki Nomura, l'esperto giapponese che da alcuni anni mi supporta, mi consiglia e mi fornisce informazioni preziose sul suiseki giapponese. Arrivato alla undicesima edizione, il biennale Raduno Internazionale del Bonsai e del Suiseki è stato posticipato di un anno per inserirlo nelle tante iniziative culturali che hanno completato l'Expo Milano 2015, di cui Crespi Bonsai è stato partner del padiglione giapponese.
La collaudata formula della manifestazione ha come filo conduttore "Alla scoperta del bonsai e del suiseki, attraverso la cultura, le tradizioni e le antiche discipline orientali" : dieci giorni di incontri sui più svariati argomenti, dalla cucina alla pittura sumi-e e shodō, dall'origami alle arti marziali, dal cinema alla musica giapponese. Per chi vive a Milano la manifestazione è una occasione unica per approfondire i tanti aspetti delle tradizioni giapponesi, grazie alle proposte selezionate con cura dalla famiglia Crespi.
Ovviamente, bonsai e suiseki restano le arti più celebrate, tramite le cinque mostre-concorso e la presenza di grandi nomi giapponesi ed europei, che hanno arricchito gli approfondimenti culturali con conferenze, dimostrazioni tecniche e workshop . Per il bonsai era presente un protagonista mondiale del bonsai contemporaneo: Shinsaku Yamahata, a cui si sono affiancati i grandi nomi del bonsai europeo: Edoardo Rossi, Igor Carino e Gaetano Settembrini.
Per il suiseki, come già accennato il giudice unico Masayuki Nomura, grande collezionista ed esperto giapponese, ha tenuto una conferenza applauditissima e il commento preciso e puntuale su tutti i suiseki in gara. Per la ceramica, il famosissimo Fred Olsen, oltre a giudicare i vasi esposti per la Crespi Pot Cup, ha tenuto un laboratorio di ceramica raku.
Questa breve panoramica non rende giustizia alla completezza della manifestazione ed al grande sforzo organizzativo che la famiglia Crespi ha ancora una volta messo in atto per portare in Italia i migliori interpreti della arti giapponesi. Ma essendo appassionata del suiseki, il mio resoconto riguarderà più che altro quest'arte, anche perchè il programma era talmente fitto da impedire di assistere a tutte le conferenze o laboratori per la contemporanetà di alcuni appuntamenti in programma. Così, non ho potuto seguire, nella mattina di domenica 20, l'incontro con Edoardo Rossi, della Nippon Bonsai Sakka Kyookai Europe, che ha presentato il suo libro di prossima pubblicazione “Kazari: l’arte di esporre il bonsai e il suiseki” (di prossima uscita), ed ha tenuto una conferenza su questo argomento.
Quando un suiseki ha una storia
Per comprendere meglio il suiseki giapponese, proponiamo alcuni esempi di pietre che, a prescindere dalle loro caratteristiche fisiche, assumono un particolare valore perchè la loro storia è documentabile. In Giappone, infatti, quando si ha la possibilità di determinare con certezza l'origine di un suiseki ma anche del suo daiza attraverso una documentazione attendibile, allora la pietra, pur non essendo una pietra storica e quindi ancora commerciabile, assume una valenza speciale e questo ne aumenta l'appeal ed il costo. Per la maggior parte delle pietre con una certa storia, ad esempio, il kiribako, la scatola che le contiene, diviene esso stesso documento del suiseki, perchè sul retro del coperchio vengono apposti i nomi ed i timbri dei proprietari che si succedono nel tempo, autenticando quindi i passaggi di mano. Sulla facciata principale del coperchio, invece, viene scritto il luogo di origine della pietra, e a volte anche viene dipinta la pietra stessa. Nel caso di pietre molto antiche, può rendersi addirittura necessaria la costruzione di un secondo kiribako, perchè sul coperchio non c'è più posto per scrivere i nomi dei proprietari. Il secondo kiribako sarà più grande del precedente, in modo da poter contenere anche il primo. |
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Una piccola Furuya-ishi | |||||||||||||
Questa pietra proviene da una collezione privata e verrà posta in vendita all'asta da Christie's nel Dicembre 2015 , in un evento denominato "Beyond white clouds - Chinese Scholar's Rocks From A Private Collection", che annovera anche molte pietre cinesi. Nella descrizione dell'oggetto, curiosamente si parla molto poco della pietra in sè e moltissimo delle persone che hanno condiviso con il suiseki parte della loro vita terrena. La pietra è in vendita all'asta ( valore stimato : $31,118 - $51,863) ... un'altro tassello da aggiungere alla vita conosciuta di questo suiseki. | |||||||||||||
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Questo suiseki a forma di montagna è conservato all'interno di due scatole di legno giapponesi. Il coperchio della scatola di legno più piccolo è iscritto su un lato con i caratteri "Long-men" (la montagna Dragon Gate, nello Yunnan in Cina), firmato Gyokuzen; l'altro lato con un'iscrizione di Gyokuzen con una data corrispondente al 1852, spiegando che ha ribattezzato la pietra "Monte Horai (Penglai)", la dimora degli Immortali appoggiata sul dorso di una tartaruga dalla mitologia cinese, a causa della sua somiglianza nel lato inferiore con la struttura di un guscio di tartaruga. Gyokuzen è il nome del pittore e literati di fama Yamamoto Baiitsu (1783-1856), che fu attivo durante il tardo periodo Edo. Sul coperchio della scatola di legno più grande è inciso su un lato del coperchio con i caratteri che indicano "Monte Horai", firmati Nyoiou con una data corrispondente al 1875, e un sigillo di lettura Taiko; l'altro lato con un sigillo Chisendou. Nyoiou e Taiko sono entrambi i nomi del poeta del periodo Meiji Tani Tetsuomi (1822-1905), attivo nell'area di Omi, mentre Chisendou è il nome dell'intagliatore di sigilli Okumura chikutei (1873-1927). | |||||||||||||
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La pietra è accompagnata anche da un album montato con i commenti di 15 letterati attivi nelle zone Omi e di Kyoto durante il tardo 19 fino al 20esimo secolo. In questo album, il pittore Murata Koukoku (1831-1912) ha riprodotto il suiseki con due illustrazioni ed in un commento datato 1873 ha osservato che la pietra è stata originariamente di proprietà di Kosugi, e più tardi entrò nella collezione di Yamamoto Baiitsu, il quale dapprima la chiamò 'Dragon Gate' e poi 'Il Monte Horai'. La proprietà passò poi a Ichida. E' probabile che Kosugi faccia riferimento a Kosugi Goroemon (1785-1854), un imprenditore giapponese attivo nella zona Omi durante il tardo periodo Edo, mentre Ichida si riferisce a Ichida Yaichirou (1843-1906), un imprenditore giapponese attivo nella zona Omi durante il periodo Meiji. Dal momento che la scatola di legno più grande porta la firma di Tani Tetsuomi datata 1875 da un lato e il sigillo di Okumura chikutei dall'altra, è possibile che la pietra sia stata prima trasferita a Tani Tetsuomi e poi a Okumura chikutei. |
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I 15 letterati che parteciparono alla realizzazione di questo album sono: Murata Koukoku (1831-1912), Tani Tetsuomi (1822-1905), Yamanaka Ken (1822-1885), Kamiyama Houyou (1824-1889), Ema Tenkou (1825-1901 ), Jin Shiheng (atto. periodo Guangxu), Tanabe Hekidou (1864-1931), Nakamura Tansui, Okamoto Yu (1810-1897), Katayama Tsutomu, Hayashi Sokyou (1828-1896), Ichimura Ken (1842-1899), la maggior parte dei quali avevano poesie contenute nella pubblicazione Nihon Dojin Shisen, che è stato pubblicato nel 1883 in Giappone e compilato dal poeta cinese Chen Manshou che ha viaggiato in Giappone nel tardo 19 ° secolo e si sono associati con il cerchio dei letterati nelle zone Omi e Kyoto. | |||||||||||||
Su gentile segnalazione del Dott.Thomas Elias | |||||||||||||
Testi e immagini tratte dal catalogo on line di Christie's | |||||||||||||
Il Bonseki "Doten" ("Heavenly Cavern") | |||||||||||||
Nella prima edizione della Japan Suiseki Exhibition, la mostra dei suiseki dei soci della Nippon Suiseki Association, tenutasi a Tokyo nel Febbraio 2014, uno dei pezzi esposti più significativi era un bonseki molto piccolo ma storicamente importante, la "Caverna del cielo", già di proprietà del principe Arisugawa Taruhito. La pietra è corredata dal kiribako e dal suo album, anch'esso contenuto in una scatola in legno. La pietra misura 10 cm x 6,5 cm x 6,5 cm. Curiosamente, dopo l'esibizione nella mostra la pietra è stata proposta in una importante vendita all'asta, di cui possiedo il catalogo. Il valore stimato era tra gli 8.500.000 ed i 10.000.000 Yen, una cifra da capogiro... tra i 60.000 ed i 75.000 Euro ! Non posso però soddisfare la vostra legittima curiosità : Doten ha adesso un nuovo proprietario ? |
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A sinistra, la scatola con l'iscrizione "Album che accompagna la pietra Doten", a destra l'ultima pagina dell'album, con una poesia e con la pittura del kiribako della pietra, realizzati da Tomioka Tessai | |||||||||||||
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Alla maniera dei letterati, gli album sono parte dell'apprezzamento del suiseki e talvolta accompagnano le pietre, e questo è il più degno fra tutti. Letteralmente chiamati "Giornali delle origini delle nuvole", questo nome deriva dall'antica credenza cinese che le nuvole nascono dalle fessure tra le rocce e le pietre di una montagna. Come le nuvole vengono immaginate nascere dalle pietre, il termine "radici delle nuvole" (in altre parole, "origini delle nuvole") viene a identificare rocce e pietre in genere. Le persone che hanno visto una data pietra possono lasciare le loro impressioni in questi album sotto forma di dipinti o di poesie. Interamente dedicato a una sola pietra, questo album è un tesoro del mondo del suiseki, in cui hanno lasciato un segno una serie di importanti personaggi storici. | |||||||||||||
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Immagini e testi tratti dal Catalogo della JSE 2014 | |||||||||||||
Sakka Ten Autumn Trees : la malinconia
di Daniela Schifano
Museo Orto Botanico di Roma, 29-31 Ottobre 2016
Per chi c'era, ma soprattutto per chi non c'era, torno a proporvi il reportage di una bellissima manifestazione, "Sakka Ten Autumn Trees 2016", il Congresso Internazionale della Nippon Bonsai Sakka Kyookai Europe, organizzata dagli amici della Associazione Culturale Shizuka Bonsai e Suiseki e promossa dal “Museo Orto Botanico La Sapienza”, ospitata nel giardino dell’Orto Botanico di Roma e dedicata alla malinconia : bonsai, suiseki, kusamono, shoin, conferenze, lavorazioni, lezioni di Keido, con la presenza di Kunyo Kobayashi, attuale presidente della Nippon Suiseki Association.
Il grande scrittore francese Victor Hugo scriveva della malinconia che è “la gioia di sentirsi tristi”. Mi piace molto questa definizione, perchè allontana questa sensazione da eccessi depressivi avvicinandola ad un sapore agrodolce, comunque piacevole, che permette di 'assaggiare' contemporaneamente la perdita ed il suo contrario, nella consapevolezza che quello che non esiste più in realtà c'è stato e probabilmente tornerà. Il concetto che nulla dura, nulla è finito, nulla è perfetto in Giappone non e' motivo di disperazione o malinconia, ma piuttosto è un invito a un'attività vitale nel momento presente e di gratitudine per il tempo supplementare che ci viene concesso, da cui nascono concetti estetici importanti come il mono no aware, il wabi-sabi, lo yugen.
Proprio sulle differenze esistenti tra occidente ed oriente nel vivere la malinconia nell'arte sono state incentrate le conferenze dei professori Giangiorgio Pasqualotto ed Aldo Tollini. Infatti la maliconia porta una tensione emotiva capace di donare la massima ispirazione in tutte le forme d'arte, in particolar modo alla poesia. Secondo alcuni la malinconia e la poesia sono indissolubili tra loro e forse senza l'una non esisterebbe l'altra. I due conferenzieri hanno quindi paragonato i versi di grandi poeti occidentali e giapponesi : Giangiorgio Pasqualotto ha così proposto la visione di alcuni poeti, dagli antichi greci e latini ai contemporanei, primo fra tutti Giacomo Leopardi.
(Canzone d'Autunno di Paul Verlaine) |
Ma guardando le foglie degli alberi della montagna autunnale, sento proprio attrazione per le foglie dell'acero quando le colgo. Si lasciano le foglie verdi e si sospira. Mi dispiace, ma io preferisco la montagna d'autunno. |
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