Un viaggio in Giappone

di Lorenzo Sonzini

Un sogno non ancora realizzato per molti di noi appassionati di suiseki, che vorremmo conoscere da vicino la realtà giapponese, e che l'amico Lorenzo con determinazione è riuscito a concretizzare. Il suo reportage è la cronaca completa ed esaustiva della sua esperienza, di cui possiamo godere per vedere con gli occhi di un amico i templi ed i giardini di Kyoto e la modernità di Tokio, il mitico Fuji e le mostre di bonsai e suiseki, per sognare un pò e, perchè no, per trovare lo stimolo per prendere il volo !
Viaggiare è sempre bello, se si ha lo sguardo ed il cuore aperti alle esperienze più diverse, alle culture, agli odori, ai cibi, ai colori. Ma un viaggio in Giappone rappresenta qualcosa in più, e per noi di Italiansuiseki è una occasione da non perdere per proporre ai nostri Lettori uno sguardo diretto su questo mondo affascinante, lontano e un pò misterioso. Lascio la parola al reportage di Lorenzo, alle sue immagini, al suo entusiasmo, con l'augurio che ognuno di noi, prima o poi, possa fare il grande salto, verso le vette innevate del Fuji.


Un viaggio in Giappone
di Lorenzo Sonzini
 
Era da tempo che in me cresceva il desiderio, direi quasi la necessità, di ritornare in Giappone.
L’occasione si è presentata nel mese di novembre scorso, con un viaggio organizzato ad hoc per un piccolo gruppo di soci del mio Bonsai Club, relative consorti e amici, con lo scopo di conoscere il Giappone della tradizione e della modernità e, in modo particolare, il mondo dei bonsai e dei suiseki.
Dopo un viaggio durato circa 12 ore siamo finalmente atterrati a Narita e, da qui, col treno a Tokyo.
Sistemati in albergo, abbiamo speso le ore residue del pomeriggio andando a visitare, con la metropolitana  sopraelevata, la baia di Tokyo  e qui, con grande sorpresa, tra le sagome dei palazzi, al tramonto, ci è apparsa la possente mole del Fuji.
   
La baia di Tokyo   Skyline di Tokyo   Tra i grattacieli... il Fuji !
 
Il giorno successivo (19 novembre) visita a Omiya, la culla del bonsai e luogo di maggior concentrazione di giardini e nursery dei Maestri bonsai giapponesi.

La prima parte della mattinata è stata dedicata alla visita del Museo del Bonsai una struttura museale moderna dove, nella prima parte viene descritta l’evoluzione del bonsai, nella parte centrale sono allestiti una decina di tokonoma in cui erano esposti esemplari di pino penthaphilla nel momento di maggior splendore dell’essenza.
 
   
 
Successivamente, siamo stati ricevuti dal Maestro Hatsuji Kato, figlio di Saburo Kato ed attuale proprietario del giardino Mansei-en.
Dopo l’immancabile tè offertoci e le debite presentazioni accompagnate da profondi inchini, veniamo accompagnati a visitare il giardino : un tripudio di capolavori !
 
   
Scorci del giardino   Con il Maestro   Scorci del giardino
 
Rientrati a Tokio, a pomeriggio inoltrato, visitiamo, parte in risciò ( foto di copertina ) e parte a piedi, il quartiere di Asakusa  coi suoi negozietti pieni di cianfrusaglie e, all’occhio attento ed esperto, di piccoli tesori di antiquariato. Da ultimo ci attende il tempio Senso-ji con la pagoda  e il portale di accesso.
 

 
 
 
  Il 20 novembre è giornata di trasferimento: partiamo da Tokio e, col treno veloce  puntiamo verso Osaka che sarà, per alcuni giorni, la base da cui partiremo per fare visite giornaliere alle località della zona.

Durante il percorso transitiamo vicino al Monte Fuji che ci offre una sua visione ravvicinata.
 
Il pomeriggio andiamo alla vicina Nara, che fu capitale nel VII secolo e che, ancora oggi, conserva numerosi tesori artistici e un esteso parco in cui vivono, allo stato libero, cervi e daini. Il Todai-ji è uno dei più stupefacenti monumenti del periodo Kamakura e il Daibutsu-den, che è la più grande costruzione in legno del mondo, che racchiude una statua in bronzo di Budda alta 16 metri e del peso di 500 tonnellate.
 
   
Il Todai-ji   Il Daibutsu-den   Nel tempio di Nara
 
  Il 21 novembre andiamo a Kyoto a visitare il Palazzo imperiale, e, con nostra sorpresa, troviamo l’Imperatore e Consorte che ci attendono affacciati a una finestra del palazzo.

L’ex residenza imperiale, risalente all’epoca in cui l’Imperatore, con la sua corte, risiedeva a Kyoto, è una costruzione austera, senza grande sfarzo, almeno nella parte esterna visibile, mentre le sale interne sono tutte decorate con pannelli mobili dipinti dai migliori artisti dell’epoca e riproducono paesaggi ed animali, molti su foglia d’oro.
     
         
  Splendido è il giardino che attornia gli edifici.  
         
  La giornata prosegue con la visita al Castello Nijo-jo ( residenza dello Shogun ) che ha massicci muri di pietra ed è cinto da un fossato.

Il pomeriggio termina con la visita al tempio Nishi-Hongan-ji, visto solo nella parte esterna, in quanto arrivati troppo tardi.
 
 
Il 22 novembre, giornata densa di mete interessanti. Iniziamo alla mattina presto con la visita al Ryoan-ji : qui si trova il più famoso giardino roccioso zen del mondo, i visitatori siedono sulla balconata esterna per meditare, sperando di ricevere "l'illuminazione".
Caratteristica di questo giardino, composto da 15 pietre di varie dimensioni, è che qualunque sia il punto da cui lo si osserva, si vedono 14 pietre perche una risulta sempre nascosta.
   
 
  Con ancora negli occhi questa visione piena di fascino e di spiritualità, ci apprestiamo a visitare un’altra perla: il Kinkaku-ji, ovvero il Padiglione d’oro.

L’edificio originale fu costruito nel 1397 dallo shogun Yoshimitsu Ashikaga, come sua villa di campagna, e successivamente trasformato dal figlio in tempio.

Un magnifico giardino, coi suoi colori autunnali, cinge l’edificio.
 
.
  L’ultima parte del pomeriggio è dedicata alla visita del tempio Tenman-gu  dove assistiamo, con gran sorpresa, ad una cerimonia nuziale e alla festa dei bambini che compiendo 3,5,7 anni, vengono portati da genitori a portare le loro prime offerte al tempio.
   
         
   
Sabato 23 novembre. Il programma prevede per oggi la visita alla Taikan-ten, una delle più importanti mostre di bonsai che si tengono in Giappone. Oggi, però, e una giornata particolare perché, dopo la visita alla mostra, il gruppo si divide in base agli interessi di ciascuno: i “bonsaisti” rimangono nel palazzo della mostra per visitare il mercatino di piante e attrezzature, alla caccia di qualche buona occasione, i “turisti” proseguono con la guida per visitare il tempio Nanzenji e poi percorrere il “sentiero della filosofia” fino al Ginkakuji dove, poi, ci saremmo rincontrati tutti per proseguire assieme. Per me “suisekista “, sarebbe stata una giornata speciale perchè avrei incontrato Mr. Samuel Nomura, noto cultore e collezionista giapponese di suiseki, col quale avrei potuto visitare un’importante mostra di suiseki che si teneva, in quel giorno, a Kyoto.
  L’appuntamento era stato organizzato, via mail, con l’aiuto determinante di Daniela, che già conosceva la persona, e recitava pressappoco così:… ci incontriamo alle ore 10, del 23 novembre, a Kyoto alla Taikan-ten…, detto così sembra facile e preciso ma, Daniela ed io, siamo stati in ambasce per molti giorni fino a quando, un mio rassicurante  sms pose fine all’incertezza. Infatti, alle ore 10 precise, mentre entravo in mostra, mi sento chiamare “I Lorenzo, how are you ?“ e mi trovo davanti l’opposto dello stereotipo del “giapponese”: una persona cordiale, estroversa, disponibile che mi mette subito a mio agio come se fossimo amici di vecchia data.  
         
 

Dopo i convenevoli e una rapida visita alla mostra, in taxi, raggiungiamo il Kenninji, il più antico tempio zen di Kyoto, nelle cui sale si svolge la mostra.

L’esposizione è del tipo a piano pavimento, si sviluppa in più sale delimitate da pareti scorrevoli, ed in ogni sala è presente un tokonoma.

 
         
   
         
         
         
         
         
         
         
 

L’austerità degli ambienti contribuisce a creare un’atmosfera solenne e serena all’esposizione. Visitata rapidamente la mostra, ci spostiamo verso un altro tempio, il Chionji Temple,  dove il mio accompagnatore mi assicura c’è la possibilità di acquistare dei buoni suiseki, ed infatti così è: col suo prezioso aiuto, riesco ad acquistare due toyama-ishi molto belle che vanno ad arricchire la mia collezione.

Concluso l’incontro con abbracci e calorosi saluti, raggiungo a piedi il Ginkakuji dove mi riunisco al resto del gruppo per visitare il giardino del tempio, considerato fra i più belli di Kyoto.

 
 
   
 
Domenica 24 novembre il programma prevede la visita al Castello di Osaka. Più volte distrutto, durante le guerre tra Clan, ma sempre ricostruito, di originale rimangono le mura e i fossati difensivi mentre, il mastio, costruito in legno, è la parte più volte rifatta. Dal loggiato dell’ultimo piano si gode una meravigliosa vista sul giardino che circonda il castello e sulla parte nuova di Osaka. Il pomeriggio è dedicato alla visita della parte moderna della città.
 
   
 
  Il 25 novembre è un'altra giornata di trasferimento: ci spostiamo, col solito shinkansen da Osaka verso Okayama dove soggiorneremo in un Ryokan, ovvero un albergo tradizionale giapponese. Il viaggio è un po’ lungo e prevede anche l’utilizzo di una ferrovia locale e, da ultimo, un pullman messo a disposizione dal Ryokan per gli ospiti, in quanto l’albergo, che è anche una struttura termale, è decentrato rispetto alla città, in una zone verde collinare.   
E qui, abbiamo il primo tangibile incontro con l’albergo tradizionale: le camere sono disposte lungo corridoi come se fossero piccole case di una stretta via di villaggio  un’ampia stanza munita di tokonoma e veranda che dà  verso l’esterno. Uniche concessioni moderne : la televisione e l’aria condizionata.
   
 
 

 

L’abbigliamento da utilizzare è costituito dallo yukata, una sorta di kimono, e dall’haori, una giacca da camera,oltre alle ciabatte da usare fuori dalla stanza.

Al pomeriggio le signore provano l’emozione dell’onsen ovvero il bagno termale comune.

Alla sera cena tradizionale e, poi,… nanna sul futon…

   
 
Oggi, 26 novembre andiamo a Hiroscima per vedere il Peace Memorial Garden. E’ una spianata grandissima nel punto in cui è esplosa la bomba. Ora è un grande parco con monumenti che ricordano l’evento: resti di edifici parzialmente distrutti, un altare sotto il quale riposano le vittime non identificate, la fiamma che arderà fino a quando l’ultima atomica non sarà distrutta. 
   
 
  Il monumento in ricordo di Sadako, una bambina che morì di leucemia a 12 anni. Sadako credeva che se fosse riuscita a modellare 1000 gru di origami sarebbe guarita: purtroppo così non fu.
Oggi, bambini di tutto il Giappone lasciano origami di gru intorno al monumento di Sadako a ricordo dell’evento e come condanna alla guerra.
Una toccante esperienza che induce a meditare sulla pazzia della guerra.
 

 
Al pomeriggio, un traghetto ci porta sulla vicina isola di Miyajima - conosciuta come una delle tre località turistiche più amate dai Giapponesi - per visitare il tempio Itsuku-shima col suo famoso torii costruito in mare. E’ un tempio scintoista, composito, costruito in riva al mare in modo tale che, quando la marea sale, sommerge i pali di sostegno e il tempio sembra galleggiare sull’acqua. La maggior parte dell’isola è ricoperta da una foresta intatta che offre un panorama splendido con colori autunnali di incomparabile bellezza ed è completamente disabitata.
   
         
   
 
  27 novembre, oggi visitiamo il Koraku-en a Okayama, il giardino considerato uno dei tre o quattro più belli del Giappone. Creato alla fine del 1600, è concepito come giardino per passeggiare. Una parte del suo fascino consiste nel vasto prato pianeggiante, ma ci sono anche graziosi laghetti, una collina al centro, una minuscola e graziosa piantagione di tè e una risaia, il piccolo e grazioso Palazzo Ryuten, dove un tempo si tenevano gare di poesia e il vicino ponte a zigzag.  
         
   
 
  28 novembre, lasciamo Okayama, ripercorrendo, da ovest verso est, la grande isola di Honshu per ritornare a Tokyo, dove ci fermeremo un altro giorno per la nostra ultima gita a Nikko.

Sulla via del ritorno rivediamo il sommo Fuji, coltivazioni di tè, incantevoli panorami autunnali e, senza soluzione di continuità, abitazioni e industrie che fiancheggiano la linea ferroviaria.
 
         
   
 
  29 novembre, Nikko, ad un centinaio di chilometri da Tokyo, conosciuto tanto per i suoi splendori autunnali che per i suoi templi buddisti ricchi di sculture, è stato costruito a memoria di Tokugawa Ieyasu, fondatore della dinastia di Shogun che ha governato per più secoli il Giappone.

E’ un sito molto esteso immerso in un bosco di cryptomerie plurisecolari che raggiungono altezze e dimensioni notevoli, e’ un susseguirsi di templi, mausolei, torii, portali e scalinate in pietra che conducono alla sommità della collina dove c’è il mausoleo di Tokugawa.
   
         
   
E' il 30 novembre. Fine giro, lascio il Giappone carico di emozioni avendo, ancora, negli occhi le splendide visioni di templi e palazzi, gli incantevoli scenari dei giardini nella colorata veste autunnale, l’entusiasmante incontro con l’amico Samuel, la cordialità e spontaneità degli abitanti e con la consapevolezza di aver vissuto, pur se per un breve periodo, in un mondo molto lontano dalle nostre abitudini e dal nostro modo di vivere e ……… con la voglia di ritornarci il più presto possibile.                                   
     

 

Immagini da Gonzaga

di Felice Colombari

Gonzaga, 5 e 6 Aprile 2014

Il Bonsai Club Gonzaga ha organizzato la decima  edizione della Mostra Mercato "Mondo Bonsai", che per la numerosa partecipazione dei soci AIAS, richiamati dall'atmosfera cordiale e dalla generosa ospitalità del club organizzatore, è diventata un'occasione ufficiale di incontro per l'Associazione, seconda solo al Congresso Nazionale. Ospitata nei padiglioni della Fiera Millenaria, ed in concomitanza con altri eventi che attirano un pubblico eterogeo, la manifestazione è una occasione per esporre un gran numero di bonsai e di suiseki, ma anche di diffondere la passione di queste arti anche tra i non appassionati del settore.
Nella giornata di Sabato 5, l'amico Felice non ha mancato l'occasione di partecipare con le sue pietre, e così ci ha potuto regalare le immagini dei suiseki esposti in questa giornata e di alcuni momenti conviviali.
(Ci perdoni chi non vede le proprie pietre in questa sequenza fotografica, ma la presenza di Felice è stata limitata al solo sabato, mentre l'organizzazione dell'evento permetteva di essere presenti anche in una sola delle due giornate di mostra.)
 
Tutti insieme....
         
   
Carlo Laghi, consigliere A.I.A.S., mette a disposizione la sua esperienza per spiegare, anche con il supporto di diapositive realizzate nelle varie fasi lavorative, come risolvere le difficoltà che si incontrano nel realizzare il daiza per pietre molto grandi e problematiche.
         
   
L'osservazione attenta di ogni singola pietra riempie le giornate di mostra : ci si confronta e ci si consiglia.
         
   
Le chiacchiere continuano a pranzo, con "le gambe sotto il tavolo", come dice Carlo Laghi !
         
 

 
I suiseki esposti
(Immagini di Felice Colombari)
     
 Angelo Attinà
 
  Angelo Attinà
     
 Angelo Attinà
     
 Alberto Barduzzi
 
 Alberto Barduzzi
     
 Alberto Barduzzi
 
 Alberto Barduzzi
     
 Maurizio Bianchi
 
 Maurizio Bianchi
 
 Fabrizio Buccini
   
 Fabrizio Buccini
     
 Santo Buratto
 
 Santo Buratto
     
 Santo Buratto
     
 Enrico Cattaneo
 
 Erio Castagnetti
     
 
Felice Colombari
   
Felice Colombari
     
Mario Crema
 
Mario Crema
     
Mario Crema
     
 Amedeo Ducoli
 
Amedeo Ducoli
     
 Amedeo Ducoli
 
 Amedeo Ducoli
     
 Gianluigi Enny
 
Gianluigi Enny
     
Cesare Fumagalli
 
Cesare Fumagalli
     
Cesare Fumagalli
 
Cesare Fumagalli
     
Carlo Maria Galli
 
Carlo Maria Galli
     
Carlo Maria Galli
 
Carlo Maria Galli
     
Ettore Gardini
     
 Carlo Laghi
 
 Carlo Laghi
     
 
Carlo Laghi   Carlo Laghi
     
 Ulisse Maccaferri
 
 Ulisse Maccaferri
     
 Ulisse Maccaferri
 
 Ulisse Maccaferri
     
 Franco Mauri
 
 Franco Mauri
     
 Ezio Piovanelli
     
 Primangelo Pondini
 
  Primangelo Pondini
     
 Primangelo Pondini
 
 Primangelo Pondini
 
 Pietro Prudentino
 
 Pietro Prudentino
     
 Laura Redini
 
 Laura Redini
     
 Lorenzo Sonzini
 
 Lorenzo Sonzini
     
Scuola suiseki Do le Groane
 
Scuola suiseki Do le Groane
     
 
Scuola suiseki Do le Groane
   
Scuola suiseki Do le Groane
     
Piero Torsani
 
Piero Torsani
     
Piero Torsani
 
Attilio Valdifiori
     
     

Bonsai sotto la Mole : il XVIII Congresso Nazionale U.B.I.

di Daniela Schifano

Torino, 11-13 Aprile 2014

Con una formula innovativa e coraggiosa si è svolto a Torino il XVIII Congresso Nazionale U.B.I., organizzato dallo stesso Consiglio Direttivo dell'Associazione: la piazza di una grande città come vetrina di prestigio per i bonsai e per i suiseki dei Soci. Il risultato è andato oltre le aspettative : 50.000 visitatori hanno affollato la grande tensostruttura che ha ospitato la manifestazione, in piazza Vittorio Veneto, all'ombra della Mole Antonelliana. Oltre ai tanti appassionati che il Congresso sempre richiama da tutta Italia, portare il bonsai in piazza ha permesso di avvicinare la gente comune in una formula semplice e diretta. Nella grande tensostruttura un percorso guidato permetteva di ammirare prima i bonsai in concorso, successivamente i suiseki esposti ed una mostra di antichi kakejiku curata da Enzo Bertolone. Un ricco e vivace mercatino inoltre ha permesso di trovare un piccolo bonsai da portare a casa ma ha anche accontentato le richieste dei più esigenti. All'interno della tensostruttura si sono svolte le normali attività congressuali : la cerimonia d'apertura, l'assemblea dei Soci, le conferenze, le dimostrazioni bonsai ad opera di Kevin Willson, Franco Barbagallo, Ryan Neil, Dino Salaccione ed il concorso "Talento Italiano 2014". Il vero valore aggiunto, comunque, di questa edizione è stata la grande affluenza di pubblico, sempre curioso, interessato, sorpreso, quasi affamato, dopo la scoperta, di saperne di più, sia sul bonsai, per la raggiunta consapevolezza di trovarsi davanti ad esemplari ben diversi da quelli che si trovano in vendita al supermercato, sia sulle pietre, che generano autentica sorpresa, un pò di incredulità ed infine il coinvolgimento, con la voglia immediata di cercare e trovare.

  Scorci di una Torino notturna,
vivace ed elegante
,
che affollava la mostra
fino alle 22 di sera.
 
         
  A sinistra,  il Loropetalum chinense di 450 anni che accoglieva i visitatori all'ingresso,
dalla collezione del Crespi Bonsai Museum di Parabiago.


A destra, uno scorcio della grande piazza Vittorio Veneto, sede della mostra.
   
         
La stretta contabilità ha visto 76 bonsai e 12 suiseki gli esemplari iscritti, ed il Consiglio Direttivo ha stabilito di non effettuare la prescritta selezione, ammettendo tutti alla pubblicazione nell'ambito Catalogo 2014. Per il suiseki, il giudice era l'esperto internazionale Jesus Quintas, socio A.I.A.S. e già giudice nell'ultima edizione del Congresso Nazionale A.I.A.S.. Jesus ha tenuto nel pomeriggio della domenica un'interessante conferenza sul kazari, l'esposizione pubblica di un suiseki in relazione allo spazio a disposizione, ed ha effettuato il commento delle pietre in mostra.
         
  Per i Congressisti, le fatiche iniziano il venerdì, con le operazioni di registrazione degli esemplari da iscrivere, la foto per il Catalogo e la fase di allestimento in sala mostra.
Nelle foto, i suisekisti in attesa, tra ilarità e un pò di stanchezza.
 
         
La cena di gala del sabato sera si è svolta in un ambiente principesco : Palazzo Carignano, una delle residenze sabaude, dove nacquero Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, che fu sede del primo Parlamento subalpino e poi del primo Parlamento italiano e che ospita attualmente il museo Nazionale del Risorgimento italiano. E proprio nell'Aula della Camera Italiana abbiamo cenato e festeggiato i vincitori, non senza un pò di soggezione.
         
   
         
Resto in veste ufficiale : anche quest'anno l'U.B.I. ha visto la conferma dei prestigiosi patrocini del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali : il primo è un riconoscimento al Bonsai come forma di espressione artistica, il secondo riconosce l'U.B.I. come associazione promotrice della sensibilizzazione al patrimonio della flora nel territorio.
Ed un caldo benvenuto ai nuovi membri del Consiglio Direttivo, Laura Monni e Carlo Scafuri, sancito dalla Assemblea dei Soci : un impegno che li vedrà sicuramente protagonisti attivi dell'Associazione.
    E adesso mi permetto una digressione personale, ma chi mi legge con continuità dovrebbe aver capito che io trovo importante raccontare la storia di pietre e di persone, andando forse per un momento al di là del taglio giornalistico dei miei resoconti.
La foto a sinistra vede insieme i protagonisti della esposizione del mio suiseki 'L'approdo', pianificata da molti mesi : ognuno di loro ha avuto un ruolo e soprattutto è venuto a Torino per vivere anche l'ultimo passo, quello della esposizione in pubblico. La fortuna ha voluto che tutti scegliessero la giornata del sabato, ed eccoci quindi tutti insieme, noi ed un suiseki : da sinistra, Piero Cantù, che ha accettato e vinto la sfida di realizzare un suiban di 60 cm, Felice Colombari, che ha trovato questa pietra delicata e sottile, e Sergio Biagi, che ha realizzato il tavolo da esposizione, accompagnando con pazienza i miei ripensamenti su stile ed altezza del tavolo.
 
Qualche altra immagine che vi propongo in libertà.
 
  Dalla collezione di Enzo Bertolone.
A sinistra, uno splendido paravento giapponese, denominato Byōbu, formato dall'unione di più pannelli decorati con scene naturali dipinte su sottili sfoglie d'oro. Utilizzato per separare interni e delimitare spazi privati, "Byōbu" significa "protezione dal vento", termine che in qualche modo suggerisce come originariamente fosse utilizzato per bloccare correnti d'aria.
A destra, tre kakejiku esposti.
   
         
 

A sinistra :la splendida livrea di questo esemplare di Acer P. Desojoo esposto in concorso da Massimo Bandera.


A destra, lo spazio commerciale di Craig Coussins, dall'Inghilterra.

 
         
  Il pubblico ammira e si diverte.  
         
Ai riconoscimenti U.B.I., per i suiseki si sono aggiunti i premi assegnati dall'I.B.S. (giudice Angelo Attinà, membro I.B.S.),  dall'A.I.A.S. (giudici i Consiglieri A.I.A.S. presenti Angelo Attinà e Daniela Schifano) e dal B.C.I.  (giudice Massimo Bandera) .

In conclusione, il momento aggregativo annuale dell'Associazione, che il Congresso rappresenta, si è quest'anno arricchito per una maggiore partecipazione di un pubblico vasto ed eterogeneo, che è stato raggiunto in modo diretto e semplice, mentre faceva la solita passeggiata domenicale nella propria città, con bambini e cani al seguito. In senso moderno, divulgare è per prima cosa colpire l'emotività al fine di favorire il coinvolgimento del grande pubblico ed il radicamento di ciò che può sembrare lontano, difficile o astruso : la formula di questo Congresso ha indubbiamente fatto un primo passo in questa direzione.
 
I suiseki in mostra ed ammessi a Catalogo
 
 Premio U.B.I.
Igor Carino

Pietra Paesaggio - Abegawa Toyama-ishi
Giappone
 
 

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Menzione di Merito  U.B.I.
Antonio Marino
"Il Saggio"
Pietra Oggetto
Campania
 
 
 

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Menzione di Merito  U.B.I.
Ezio Piovanelli

Pietra Paesaggio
 
 

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 Targa I.B.S.
Daniela Schifano
"L'approdo"
Pietra Isola  - Shimagata-ishi
Liguria
 
 

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 Targa A.I.A.S.
Mauro Stemberger
Pietra Paesaggio
Giappone
 
 

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Premio B.C.I.
Umberto Ziniti
"Al chiaro di luna"
Pietra Paesaggio
Toscana
 
 

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Angelo Attinà
Pietra Paesaggio
Liguria
 
 

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Fabrizio Beltrame
Pietra Paesaggio
 
 

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Filippo Lanfranchi
"Honeymoon"
Pietra Paesaggio
Giappone
 
 
 

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Giuseppe Mauriello
 
  
 

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 Gianni Picella
 "Briganti"
 
 

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Luciana Queirolo
 "The quit landing place"
 
 

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Il Linguaggio Muto della Natura - Prima Parte : il reportage

di Daniela Schifano

Museo Orto Botanico di Roma, 25-27 Aprile 2014

"Percorsi d'arte nella cultura giapponese" : un itinerario nel verde secolare del Museo Orto Botanico di Roma, luogo di studi botanici, di formazione e di sperimentazione scientifica, di didattica e di divulgazione, alla scoperta della visione giapponese della Natura, attraverso quelle arti che la riproducono in un processo di immedesimazione con essa. Sono molte le considerazioni che questa manifestazione, organizzata dall'Associazione culturale "Shizuka Bonsai e Suiseki", ha offerto a chi l'ha vissuta e che vorrei condividere con Voi, anticipando la mera cronaca dell'evento.
Per prima cosa, vorrei sottolineare lo sforzo 'formativo' che si è perseguito : non solo mera esposizione di esemplari legati alle arti giapponesi, piuttosto una occasione per fornire ai Visitatori un approfondimento culturale degli aspetti religiosi, filosofici ed estetici che sono alla base dell'essere giapponese. Quindi, a parer mio le conferenze che si sono alternate nell'Aranciera sono state, per importanza dei relatori intervenuti e per gli argomenti trattati, il vero trampolino di lancio per avvicinarsi con una maggiore consapevolezza alle mostre di bonsai, suiseki, ikebana e shodo ospitate nei padiglioni dell'Orto Botanico.

Mi soffermo sulla sede, scelta non casuale : perchè l'Orto Botanico ?

Un luogo deputato alla Scienza che diventa spazio aperto alle Arti è un primo spunto di riflessione, che parte dalla differenza tra le visioni occidentali e orientali della Natura. Dalla Genesi si legge l'ordine della creazione e le gerarchie sono chiare : al vertice c'è Dio, poi l'Uomo creato a sua immagine, ed infine il Creato, con tutte le sue manifestazioni vegetali ed animali, al servizio dell'Uomo. E da sempre l'uomo occidentale ha una visione utilitaristica della Natura, oggetto da studiare scientificamente e da assoggettare alle proprie esigenze, da dominare e sfruttare. In Giappone, il termine 'Natura' , jiinen,  si traduce in 'Essere così come si è", cioè essere naturalmente : tutto nel mondo si produce da se stesso (e non da Dio o per intervento umano) e l'uomo ne fa parte, come spiega il prof.Aldo Tollini, ospite della manifestazione : "Non si immagina un uomo fuori dalla natura nè ovviamente sopra di essa, l'uomo e gli elementi naturali partecipano insieme all'essere della natura. Riprodurre la natura nelle sue forme significa per l'uomo seguire l'armonia naturale, trovare nella spontaneità del suo modo di essere la propria natura intrinseca profonda".

 

In ultima analisi jiinen significa la piena maturità del modo di vivere dell'uomo. All'interno dell'Orto Botanico, quindi, luogo deputato alla celebrazione della Natura in senso occidentale, hanno trovato collocazione una Natura e quindi un uomo diverso, che "imitando, riproducendo la natura e i suoi processi, raffinandoli, sublimandoli, sintetizzandoli, copiandoli, rendendoli essenziali,  trova la verità e il perfezionamento spirituale". E l'imitazione del modelli provenienti dalla Natura, in tutti i suoi aspetti e forme, diventa la fonte di ispirazione anche per l'artista giapponese, che è chiamato a rappresentarla senza modificarla o stravolgerla : ecco perchè in un bonsai si ricerca per prima cosa la somiglianza e la veridicità con un albero naturale, ecco perchè una pietra non deve essere modificata dall'uomo ma 'da se stessa, naturalmente' rappresenterà un soggetto proveniente dal mondo della Natura.
Ecco quindi come un percorso artistico si può snodare con piena credibilità nel regno "naturale" della Natura, anche perchè l'Orto Botanico di Roma si caratterizza, oltre che per la presenza di un giardino giapponese, creato dall'architetto Ken Nakajiama, per non avere una struttura di 'giardino all'italiana', geometrico e antropocentrico.
Quindi, senza un punto focale definito, passeggiando per i sentieri si incontrano muri dipinti da geometrie vegetali e boschetti di bambu, immagini fotografiche ed haiku, alberi secolari ed i loro corrispettivi in miniatura, altrettanto vigorosi e sani, montagne e isole che stanno in una mano e poesie dipinte, siepi di lavanda e la Via dei fiori, il muschio dei punti più umidi ed ombrosi ed il suo 'Elogio', in un continuo rimando culturale che non ha bisogno di parole perchè stiamo ascoltando il Linguaggio Muto della Natura.

   
         
 
Scrive Veronique Brindeau nel suo ultimo libro "Elogio del muschio" :
"Si potrebbe quasi dire che i bonsai non sono alberi, o perlomeno non sono solo degli alberi, ma costituiscono piuttosto uno spazio che ne eccede in ogni senso i limiti. Il maestro di bonsai comprende infatti nella sua opera, oltre all'albero stesso, il paesaggio da cui proviene. Quest'olmo siberiano condensa il tempo e lo spazio dal muschio che ne tappezza la terra fino alla cima della sua chioma, la sua vera cifra è quella della sua terra natale, del suo clima e delle sue stagioni. Un'intera prospettiva di dune evade da un tamerice dal tronco eroso la cui corteccia parla del vento e del sale, un secolo nel vostro palmo. Una foresta in un boschetto di aceri di una decina di centimetri. L'intero oceano in un pino piegato da una tempesta. Alla fine della sua carriera, il saggio ritirato nel suo eremo guarda il mondo e il tempo in un piccolo albero e celebra l'alleanza dell'uomo e del cielo. Così nei giardini secchi pietre immobili diventano isole dalle quali la sabbia rastrellata si irradia in onde bianche."
 
         

 

 
       
Bonsai e suiseki, dunque, ma gli incontri non si esauriscono : tra le Euforbie della Serra Monumentale, incorniciato dal verde esterno che incombe, incontriamo  'La via della Calligrafia', ad opera della Scuola Romana Shodo Bokushin, coordinata da Claudia Tassoni.
 

"Sul foglio bianco di carta di riso le tracce di un pennello espandono inchiostro. Linea scure, morbide, sinuose, forti, energiche, aspre, sembrano disporsi casualmente nello spazio, in libertà … "

(Norio Nagayama, presidente della Scuola Bokushin in Italia e 'maestro non più giudicabile').


 
Non un esercizio di bella scrittura ma un'espressione artistica del calligrafo, che esprime la sua interiorità attraverso un Segno, trasmettendo sensazioni attraverso forma e tratto.  Il tratto è squisitamente personale, la forma, cioè il carattere che l'artista riproduce, scaturisce secondo la tradizione cinese dal mondo della Natura ed in senso taoista l'esercizio della calligrafia è una pratica che esprime la relazione tra Uomo e Natura.
Continuando a passeggiare, incontriamo... un fuggevole ragno e le opere fotografiche e poetiche di Aldo e Fabio Pasquarella, che vorrei introdurre con le loro stesse parole, sul loro intendere la fotografia, la poesia e la vita.
 
 
Fotografia

... Perdere familiarità con ciò che è continuamente sotto agli occhi porta a dischiudere tesori insondati e la banalità si rivela essere solo frutto di un'opinione legata ad un rapporto stanco e poco attento col mondo. Siamo educati fin da bambini allo sforzo per ottenere risultati, all'avere sempre più aspettative da riporre poi nel lavoro, nelle relazioni e persino negli insegnamenti spirituali.
Tuttavia, ci sembra che così facendo, ossia credendo che la felicità si trovi sempre relegata in un altrove da raggiungere, manchiamo l'unica opportunità per essere sereni che è il contatto con la nostra vita, qui e ora.
L'attrezzatura fotografica impiegata è un telefono cellulare che è il mezzo che ci troviamo in tasca più o meno tutti quotidianamente. Non è stato utilizzato alcun tipo di filtro, non è stato spostato o aggiunto nulla nell'ambiente in cui sono stati eseguiti gli scatti.
Abbiamo semplicemente seguito l'ombra o la luce. O abbiamo atteso che una foglia cadesse. In definitiva, ci siamo sforzati di fare poco o nulla.

Aldo e Fabio Pasquarella
       
 Poesia

"La poesia breve, leggera, ariosa salva oggi la parola in questo mondo sovraffollato di tante parole che dicono poco. Vivere con gratitudine e totalmente aperti al presente è la base per una buona poesia. Questo significa che si possono trovare dei buoni versi o una buona fotografia anche sotto casa. Tuttavia è difficile essere creduti in un mondo dominato dal desiderio di impressionare. Sembra in effetti che oggi ovunque si guardi ci debba essere una straordinaria bellezza. Il che è vero, ma in un senso diverso, molto più profondo e allo stesso tempo molto più ordinario. Spero che i brevi componimenti che qui presento possano essere di incoraggiamento a coltivare un maggior senso di consapevolezza e compassione nella quotidianità. Sono brevi resoconti sul qualcosa e sul niente. E come questo qualcosa e questo niente non siano opposti, ma ciascuno indispensabile all'altro. Perchè la lingua è così come la vita : un gioco molto serio che ci confonde continuamente le cose."

Fabio Pasquarella
   

Distacca la vetta della montagna
una nube -
lo scalatore distratto pianta il chiodo

Nello stagno
io e una foglia
chi dei due è l'autunno ?
 
 

Rompe il pelo dell'acqua
combatte per la vita
la formica

       

E quella quotidianità fatta da piccole cose, tanto piccole, semplici e scontate da non essere notate proprio perché consuete, può essere espressa con un mezzo moderno come la fotografia come da un haiku, un'antica forma poetica giapponese espressione della bellezza di un attimo fuggevole. L'haiku è un componimento breve, nato in Giappone nel XVII secolo derivato da altre forme poetiche più complesse, come il tanka. Un haiku è composto da sole 17 sillabe, nella cadenza di 5-7-5 sillabe, e come diceva Matsuo Basho : “Bisogna dar parola alla luce nella quale s’intravede qualcosa prima che scompaia dalla mente”. Un’esperienza sensoriale diretta ed immediata diventa prima vissuto spirtuale e poi viene espressa svuotandola del non essenziale e catturandone e trasmettendone l'essenza. E poichè per l'uomo giapponese la prima fonte di osservazione e di meraviglia continua è la Natura, in un haiku essa è sempre presente, discretamente suggerita attraverso l'utilizzo di un kigo, un sottile riferimento alla stagione, una sola parola che colora e carica di significato ed atmosfera. Può essere un termine derivato dalla flora e dalla fauna, da fenomeni meteorologici o da paesaggi ma anche un riferimento alla vita dell'uomo, scandita dal ritmo delle stagioni: è, ancora una volta,  la voce della Natura.

 
  "Ditelo con i fiori", recitava una fortunata formula commerciale che nel mondo occidentale ha fatto felici orde di fiorai e che rende il fiore un oggetto portatore inconsapevole di una comunicazione tra esseri umani. In Oriente, invece, il fiore reciso viene reso vivente dall'arte dell'Ikebana, nata in Cina ma che diventa disciplina in Giappone. Sbagliato considerare l'ikebana solo l'arte di disporre i fiori in un contenitore con grazie ed eleganza, in realtà ogni composizione celebra "l'integrazione dell'uomo nella natura e della natura in Dio, identificando l'artista nella creazione e la creazione nel ritmo della natura". La Natura è fonte della materia prima, con rami, foglie, fiori, sassolini, frutti, e la loro disposizione ricrea il loro ambiente naturale, fatto da cielo, acqua e terra, con l'uomo che diventa il mediatore tra i tre elementi : il tutto diventa così rappresentazione armonica ed equilibrata dell'universo.
L'Orto Botanico diventa il palcoscenico naturale di tre composizioni create dai maestri Lucio Farinelli e Luca Ramacciotti della Scuola Sogetsu di Ikebana a rappresentare proprio questi tre elementi cardine della Via dei Fiori.
       
 
"Terra"   "Aria" "Acqua"
       
Ecco, ho completato questo percorso tra le arti giapponesi rappresentate dal Bonsai, dal Suiseki, dall'Ikebana, dallo Shodo e dall'Haiku, che il Museo Orto Botanico ha ospitato nei suoi ambienti; c'era anche l'uomo, comunque, artista e fruitore nello stesso tempo, ed un grazie particolare va agli organizzatori, gli amici Paco Donato e Cosimo Pepe, dalla cui amicizia è nata l'Associazione Shizuka Bonsai e Suiseki e l'idea di questa manifestazione: esse partono da una visione comune, quella di farsi promotori di un' articolata proposta culturale per la divulgazione delle arti giapponesi. Ed un sentito grazie al Direttore del Museo Orto Botanico, prof. Carlo Blasi, che ha accettato e compreso la sfida di coniugare arte e scienza. I numeri hanno dato loro ragione : più di 7.000 visitatori, in un fine settimana che non ha favorito l'affluenza dei romani, a causa sia del lungo ponte sia della contemporanea canonizzazione dei papi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, che ha bloccato la città.
 
Le conferenze      
Nell'Aranciera, anticamente utilizzata per la protezione delle piante di agrumi ed attualmente destinata a sala conferenze, si sono tenute nella mattina del sabato alcuni incontri culturali, che sono stati trasmessi in diretta sul web.
 
"La natura nel pensiero artistico giapponese",  a cura di Aldo Tollini

  .... "In Oriente la natura è organizzata in modo panteistico e l'uomo ne è parte integrante, egli deve armonizzarsi con essa, viverci senza conflitti, con rispetto, con devozione perchè la Natura rimanda a verità sovrumane, che possono essere pericolose o benefiche : quando si coltivano le risaie si fanno delle cerimonie per ingraziarsi gli dei per un buon raccolto. E' una natura spiritualizzata, non solo perchè è popolata da spiriti, ma anche perchè ogni elemento naturale ha uno spirito, con il quale l'uomo si rapporta. Per noi, le cose della natura, gli elementi naturali sono cose, oggetti, magari viventi, però oggetti. I giapponesi pensano, credono che la Natura abbia uno spirito, con cui ci si può mettere in contatto. Entrare in contatto, sentire un albero, un sasso, un fiume, ringraziarlo, rendergli omaggio fa parte della religiosità ancestrale." ....
 
   
"La forma come ispiratrice di sensazioni",   a cura di Luciana Queirolo.

... ”Se noi lottiamo contro la montagna per conquistarla, vuol dire che non riusciamo a comunicare con essa”. Infatti noi diciamo “Siamo arrivati alla vetta” come di una conquista. “Questa lotta è generata dal nostro desiderio di ingrandire la nostra personalità, e più la nostra personalità si ingrandisce, e più le cose che ci circondano non vengono viste. Non si riesce a comunicare con la montagna, e neppure con le persone che ci circondano.”
Nella meditazione Zazen, l’uomo guarda la montagna e la montagna guarda l’uomo in silenzio, non siamo più l’uomo che guarda ma diventiamo montagna noi stessi, esercizio spirituale, la comprensione per la Natura perfetta ribaltabile."...
 
   
"Il bonsai artistico ed il bonsai naturale", a cura di Edoardo Rossi

..."Non ho nessuna pretesa di dire cosa è giusto e cosa è sbagliato nel fare bonsai, queste mie riflessioni hanno lo scopo di stimolare un dibattito per meglio comprendere gli aspetti che nel tempo hanno modificato in maniera estremamente  evidente l’estetica e a parer mio la sostanza stessa del bonsai. Lo scopo della pratica del bonsai e delle discipline artistiche è secondo la tradizione giapponese quello di dare all’uomo  la possibilità di migliorare se stesso attraverso la pratica. Si dice appunto praticare e non studiare un’arte."  ....
 
   
"Dal Kaiyū-shiki-teien al moderno karesansui, ascoltando la voce dei giardini", a cura di Francesco Merlo
 

... "Il giardino giapponese non è una equazione. Non basta sommare gli elementi d'arredo, la terra, una vaschetta piena d'acqua, uno steccatino di bambu, delle piante che ci rimandano al Giappone, un acero, un pino, un ciliegio, sommare tutti questi elementi e dire 'uguale, giardino giapponese'. No, il giardino giapponese è uno stile, ma compositivo, è un modo tutto particolare di scrivere brani di giardino. Esistono degli elementi compositivi, che se usati ci permettono di dire :'Stiamo scrivendo un giardino giapponese" ...
 
   
Nella pomeriggio del sabato, inoltre, è stato presentato il libro di Veronique Brindeau "Elogio del muschio", e Massimo Bandera ha tenuto un incontro sul tema "Bonsai Therapy: il valore educativo e riabilitativo della via bonsai".
 
Chi ha visitato la manifestazione ed ha colto l'opportunità di seguire le conferenze, dunque, ha avuto modo di vedere con occhio diverso, arricchito da una maggiore comprensione, gli oggetti in mostra, che non sono stati 'isolati' all'interno della propria nicchia artistica ma hanno dialogato con le altre arti : così, nel padiglione del bonsai una complessa composizione di ikebana accoglieva i Visitatori ed un giardino secco con sabbia e pietre faceva da tappeto,  mentre nella serra dedicata ai suiseki un bonsai di cipresso di Sergio Biagi era lo sfondo per le pietre esposte. E nella serra dello Shodo le calligrafie dialogavano con un suiseki ed un'ikebana.
Innovativa è stata anche la formula : l'Associazione Shizuka ha invitato alcune personalità di spicco nel panorama delle arti bonsai e suiseki ad esporre, senza premi, piante e pietre ma anche a partecipare fattivamente alla qualità espositiva scegliendo, a loro volta, due appassionati che hanno dato vita alle sezioni "Bonsai e Suiseki a concorso". I maestri bonsai presenti erano Antonio Acampora, Lorenzo Agnoletti, Massimo Bandera, Nicola Crivelli, Enzo Ferrari, Stefano Frisoni, Edoardo Rossi, Alfredo Salaccione e Shin Zhong Quan, mentre i suiseki sono stati rappresentati dalle pietre di Fabrizio Buccini, Igor Carino, Luciana Queirolo, Diego Rigotti e Daniela Schifano. Con votazione segreta ed autonoma, questi sono stati anche i componenti delle due giurie che hanno scelto i vincitori nelle due categorie a concorso, con la sola limitazione di non poter esprimere un giudizio sui propri ospiti.
Le sale sono state allestite con molta cura. I bonsai dei Maestri hanno potuto godere di un ambiente espositivo che in Italia è una rarità, avendo a disposizione un vero tokonoma, ai lati del quale sono stati posizionati i bonsai degli amatori a concorso invitati dal Maestro.
 
       
Nel tokonoma, il bonsai in stile Bunjiin
di Edoardo Rossi
 
  Un'ambientazione tipicamente giapponese per arredare il padiglione dei bonsai, realizzata dall'azienda Fast Pond Nel tokonoma, il bonsai di Nicola Crivelli affiancato dalle piante dei suoi ospiti in concorso
 
       
       
  Anche per i suiseki l'organizzazione ha visto uno spazio centrale per la pietra presentata dalle cinque personalità invitate, ed ai lati i due suiseki dei propri ospiti in concorso. Sullo sfondo, una cascata realizzata da Fast Pond ed un cipresso di Sergio Biagi.
I suiseki erano quindi venti, ed è risultato vincitore Giuseppe Cordone, con una pietra cascata di origine italiana già premiata in molte manifestazioni.
 
Il padiglione dei suiseki     Igor Carino, durante la sua valutazione
in solitaria dei suiseki
Le giornate di mostra sono trascorse piacevolmente, nella tranquillità ombrosa dell'Orto Botanico, mentre Roma veniva invasa da una moltitudine di fedeli. Nulla è stato lasciato al caso, ma pensato ed organizzato con intelligenza, a partire dal piccolo bar ospitato per l'occasione, che ci ha permesso di riposare e fare due chiacchiere in compagnia di vecchi e nuovi amici. Comunque,  a due passi la movimentata Trastevere attirava i più desiderosi di assaggiare le specialità della cucina romana e molti hanno vestito i panni del turista instancabile.
Non sono mancati i momenti classici di ogni manifestazione : l'inaugurazione, alla presenza del direttore Prof. Carlo Blasi, che ha espresso il suo entusiasmo per le arti giapponesi ed ha offerto la sua disponibilità per ospitare ulteriori eventi che ha definito 'richiami' annuali. E poi la cena di gala e la foto di gruppo, per ricordare un sodalizio tra appassionati che si vuole ripetere.
     
 
 La trattoria giusta ... per noi suisekisti !

   Il direttore dell'Orto Botanico Carlo Blasi insieme a uno dei soci fondatori dell'Associazione Shizuka, Paco Donato

Tutti insieme
 

 

       

E sono ai ringraziamenti : per l'ospitalità al Museo Orto Botanico e quindi al suo direttore, prof. Blasi, che ci ha attestato la sua stima per "l'impegno profuso nella divulgazione del rapporto tra arte e cultura giapponese e natura e per la partecipazione a sostegno della manifestazione."

E grazie all'Associazione "Shizuka Bonsai e Suiseki", per aver avuto la determinazione di concretizzare un 'sogno', contenitore di un progetto complesso di cui la mostra 'Il Linguaggio Muto della Natura' è solo il primo passo : Paco e Cosimo, siete stati grandi !

  E ringrazio i due amici che hanno accettato la mia proposta di esporre insieme i nostri suiseki : Rokumei Samuel Nomura, e Carlo Scafuri, con me nella foto a sinistra davanti alle nostre pietre.
Ormai da un anno Mr. Nomura è per me un importante punto di riferimento in Giappone : appassionato suisekista, e presidente del club Chouseki di Kyoto, è per me una preziosa fonte di informazioni sul suiseki giapponese. Egli ha accettato di partecipare e quando per motivi di lavoro non è potuto venire mi ha spedito i suoi preziosi oggetti per la mostra. Rokumei è il suo nome d'arte come suisekista : letteralmente 'il bramito del cervo', il termine ha un significato più esteso, in quanto definisce il richiamo del cervo che vuole  spartire un cibo particolarmente gustoso, quindi rappresenta il suo desiderio di condividere il suiseki con altri appassionati.
Carlo Scafuri è presidente del Napoli Bonsai Club e Consigliere U.B.I. appena eletto, ideatore e curatore della rivista on-line Bonsai&Suiseki Magazine, amministratore del Forum del Napoli Bonsai Club, punto di riferimento per tanti appassionati : il suo impegno costante su molti fronti è inarrivabile e per me è per prima cosa un amico sincero.
Il comune impegno di entrambi i miei amici è stato cementato da un piccolo dono di Mr. Nomura per Carlo, una Ujigawa-ishi che meglio di tante parole racchiude il vero spirito di ... 'Rokumei'.
     

 

 

 

 

Il Linguaggio Muto della Natura - Seconda Parte : i suiseki esposti

di Daniela Schifano

Museo Orto Botanico di Roma, 25-27 Aprile 2014

Dopo il resoconto, ecco le immagini dei venti suiseki esposti. Cinque i suisekisti italiani invitati a partecipare fuori concorso, esponendo una pietra : Fabrizio Buccini, Igor Carino, Luciana Queirolo, Diego Rigotti e Daniela Schifano. Essi hanno partecipato fattivamente invitando a loro volta due amici che hanno dato vita alla Sezione 'Suiseki a concorso', di cui sono stati anche i giudici.
Dedico alcune righe al suiseki nella foto di copertina, esposto nell'Aranciera, sede delle conferenze : una pietra di Luciana Queirolo, incorniciata dal verde esterno dell'Orto Botanico e dal pesante tendaggio, per portare un esempio reale nella sala delle parole. Durante la sua conferenza sulla "Forma come ispiratrice di sensazioni", queste le sue parole :"Per questa pietra ho scelto il fronte dove si vede una sorgente, che nasce sul fianco della montagna (non la deve attraversare) e deve scendere, leggermente ingrossandosi, anche facendo qualche ramo, come in questo caso. Però non deve essere una sorgente che è più grande della linea complessiva della montagna, deve essere tutto in proporzione, altrimenti sarebbe una cosa innaturale. Questo è un paesaggio visto in lontananza, direi anche che se noi vediamo la montagna nel suo complesso da lontano la sorgente non la vediamo, perché è troppo lontana per essere vista, quindi non può essere una grossa cascata. Ecco, l’acqua sgorga e scende a valle, dissolvendo i fianchi della montagna, rendendo fertili le valli sottostanti  e dando la vita a uomini e animali. I suiseki rappresentano scene sconfinate di paesaggio, sfumature di colore evocano la vegetazione, che non è esattamente ma è la mia mente che la descrive, in quanto è presente nei ricordi, nel mio immaginario, quindi io immagino anche la vegetazione su quella montagna, ecco perché si dice che il suiseki è un mondo completo."

Ed ecco le pietre esposte. Ve le propongo con lo stesso criterio usato in esposizione : al centro la pietra dell'ospite d'onore ed ai lati le pietre di coloro che egli ha invitato a partecipare. Pur non essendoci in Italia nell'ambito del suiseki l'equivalente del concetto di 'scuola',  come si intende nel mondo bonsai, si può notare come ci sia una sorta di armonia di materiali e forme nelle esposizioni dei "terzetti" di suisekisti, segno che le scelte non sono state casuali.
Nella sezione dei suiseki a concorso, la pietra vincitrice è stata quella presentata da Giuseppe Cordone.
L'ordine è alfabetico.
 

 
Fabrizio Buccini
Pietra Montagna - Liguria
 
Giuseppe Cordone
Pietra Cascata - Liguria
 
Lamberto Angeletti
 Pietra lago - Liguria

   
Igor Carino
 Abegawa Toyama-ishi - Giappone
 
 
Alessandro Bovio - Scuola d'Arte Bonsai
 Pietra Lago - Giappone
   
Mauro Stemberger
 Pietra Paesaggio - Giappone

   
Luciana Queirolo
 Pietra Montagna - Liguria
 
Angelo Attinà
 Pietra Montagna - Liguria
   
Andrea Schenone
 Pietra Montagna - Liguria

   
Diego Rigotti
 Pietra Figura - Trentino
 
 
Thomas Calvasini
 Pietra Costiera - Trentino
   
Maurizio Mosna
 Pietra Galleria - Trentino

   
Daniela Schifano
 Pietra Isola - Sajigawa-ishi -  Giappone
 
"Rokumei" Samuel Nomura
 Pietra Montagna - Giappone
 
Carlo Scafuri
 Pietra Isola - Liguria

     

La seconda edizione di Orizzonte Bonsai

di Lorenzo Sonzini

Collesalvetti (Livorno), 31 Maggio - 1 Giugno 2014

Organizzata dal club "L’Arte del Bonsai" di Pisa, si è svolta a Collesalvetti, nell'entroterra di Livorno, la seconda edizione della mostra-concorso  'Orizzonte Bonsai'. Grazie alla presenza dell'amico Lorenzo, vi possiamo proporre le immagini dei suiseki esposti. Forse per compensare la mia eccessiva loquacità, gli amici Lorenzo e Felice fanno parlare le sole immagini, lasciando spazio alle pietre, come è giusto che sia. Per la cronaca, aggiungo che la mostra si è tenuta, come lo scorso anno, nella tenuta dell'azienda agricola "Costa di Nugola", dei Marchesi de' Frescobaldi, e che per i suiseki i giudici sono stati Luciana Queirolo, Marino Nikpal, rispettivamente Presidente e Vice-Presidente A.I.A.S. e Maria Teresa Volonterio, Presidente della Scuola d'Arte Bonsai.


 
I suiseki esposti
(Immagini di Lorenzo Sonzini)

Primo Premio
Virna Marchi
"Il mistero della montagna"
Liguria
 
 
 
 Secondo Premio
Igor Carino
Kamogawa-ishi
Giappone
 
 
 
 Terzo Premio
Targa I.B.S.
Cesare Fumagalli
'La bella e la bestia'
 
 
 
Premio riservato a pietre disegnate/biseki
Giuseppe De Vita

'I ruderi'
 
 
(Su gentile concessione di Carlo Vanni)    
 
Menzione di Merito
Nunzia Amoia
'Sorgente di saggezza'
 
 
 
Menzione di Merito
Alessandro Frittelli
'Il peso degli anni'
 
 
 
Menzione di Merito
Lorenzo Sonzini
'Alle sorgenti del fiume Kamo'
 
 
 
Targa A.I.A.S.
Noè Scaramucci
'Bushido'
 
 
 
Premio Tenuta Vigneti di Nugola Società Agricola S.r.l. – Marchesi de' Frescobaldi
Sergio Bassi
'Mi inchino a te'
 
 
 
Premio Comune Collesalvetti
Carlo Vanni

'Rifugio sicuro'

 
 
 
Premio Coordinamento Toscano
Claudio Nuti
'Donna Consuelo'
 
 

 

 Nunzia Amoia
'Tra cielo e terra'
 
 
 
Sergio Bassi
'Le terre di Giulia'
 
 
 
Marco Bocci
 
 
 
Fabrizio Campanini
Akaseki
 
 
 
Francesco De Luca
Pietra da ammirare
 
 
 
Giuseppe De Vita
'Crepuscolo'
 
 
 
Cesare Fumagalli
'Rinnamorarsi'
 
 
 
Cesare Fumagalli
'Pietà'
 
 
 
Valter Giumelli
'Lotta tra draghi'
 
 
 
Mirella Mazza
'Pagoda'
 
 
 
Claudio Nuti
'Il promontorio del cervo'
 
 
 
Leonardo Ostuni
'La cascata dell'Eden'
 
 
 
Renzo Perfumo
Pietra capanna
 
 
 
Ezio Piovanelli
Altopiano
 
 
 
Giorgio Rosati
'Tenerezza materna'
 
 
 
Giorgio Rosati
'I campanili'
 
 
 
 Noè Scaramucci
'Echi lontani'
 
 
 
Noè Scaramucci
'Sfumature al tramonto'
 
 
 
Carlo Vanni
Mini Tokonoma
 
 
    (Su gentile concessione di Carlo Vanni)
 
Carlo Vanni
'La nave dell'oblio'
 
 
 
Umberto Ziniti
'Il richiamo della foresta'
 
 
 
Umberto Ziniti
'Riflessi di luna nello stagno'
 
 
 
Umberto Ziniti
'Al chiaro di luna'
 
 
 
Fuori concorso
 
 
Marino Nikpal   Luciana Queirolo
 

 

La "Japan Suiseki Exhibition"

Nel mese di Febbraio, in concomitanza con la Kokufu-Ten, si svolge a Tokyo presso il Metropolitan Art Museum, la “Japan Suiseki Exhibition“ - importante mostra organizzata dalla Nippon Suiseki Association - a seguito della quale  viene pubblicato un magnifico catalogo che illustra tutte le pietre esposte, con testi in giapponese ed in inglese.
  La prima edizione si è svolta nel 2014, ed il relativo catalogo inizia con l’immagine di quattro “Special Entries”, ovvero quattro capolavori nell’arte del suiseki, a cui seguono 28 pietre importanti (alcune delle quali già viste su libri e riviste specializzate)  esposte in tokonoma. Seguono 136 pietre in esposizione, di cui 10 esposte da collezionisti stranieri ma comunque pietre di origine giapponese, e per concludere le immagini di 11 suiban/doban antichi, 5 tavolini e una serie di tenkei.
Grazie a Lorenzo Sonzini, siamo in grado di pubblicare testo ed immagini del primo suiseki della sezione "Special Entries", sperando di poter continuare nella proposizione su queste pagine di questi magnifici esemplari giapponesi.
(A sinistra, la copertina del catalogo edizione 2014).

 
Nel febbraio 2015, Daniela Schifano si è recata a Tokyo in occasione della seconda edizione della mostra, riportando in Italia il bellissimo catalogo e tanti bei ricordi. In attesa di pubblicare un completo reportage, pubblichiamo le immagini ed i testi relativi al capolavoro 2015, il bonseki Kasaneyama, tratte dal catalogo della manifestazione. Anche quest'anno le 'Special Entries" erano quattro, seguite da 25 pietre esposte in tokonoma, a cui seguono le altre 126 pietre in esposizione, di cui 22 presentate da soci occidentali. Per concludere, il catalogo riporta le immagini di alcuni capolavori artistici, come suiban, doban, tavolini ed alcuni tenpai in bronzo realizzati dagli artisti Isho e Shozan.

(A destra, la copertina del catalogo edizione 2015).
 
 

Kurokamiyama, la Montagna dai Capelli Neri

  Bonseki "Kurokamiyama"
Kan’eiji, Ueno
w. 47,5 x d. 34 x h. 14,5
     
“Questa pietra è un famoso capolavoro del mondo del suiseki giapponese e appartiene da lungo tempo al tempio Kan’eiji di Ueno (Tokyo), assieme ai rotoli che raccontano la sua ben nota storia.
Secondo questi rotoli, la pietra è stata scoperta nel lago Chuzenji nel Parco Nazionale di Nikko.
La sua forma di montagna è fatta di  un elegante materiale nero profondo ed ha l’aria di un magnifico e sacro picco.
E’ stata chiamata “Kurokamiyama“ la cui traduzione letterale è  “ Montagna dai capelli neri “, nel tardo periodo Edo, da Matsudaria Sadanobu, capo consigliere dello shogunato Tokugawa e noto, anche, col nome di Rakuo (1715-1829).
Kurokamiyama  è un altro nome del monte Nantai presso Nikko, e il nome è stato scelto a causa della somiglianza della pietra ad esso.
Questa pietra ci aiuta a capire il posto del suiseki nella storia culturale giapponese, ed illustra il valore profondo datogli dalle figure culturali del periodo Edo.
E’ un grande onore avere questa pietra e le pergamene dipinte che l’accompagnano come apertura di questa mostra e una gioia averla come prima pagina di questo catalogo”.
Composti da due parti, i rotoli sono dipinti a inchiostro e in policromia, e sono stati completati nel 1814 da Nakamura Yadaifu, noto negli ambienti letterari anche col nome di Butsuan (1751-1834) con l’iscrizione del nome sulla scatola intagliata da Kose Toshimasa (1767-1834) nel 1822.
Butsuan stesso scrisse il testo delle pergamene, mentre i dipinti sono stati eseguiti da Kuwugata Keisai (1764-1824).

Secondo quanto scritto nei rotoli, Kurokamiyama è stata ritrovata nel lago Chuzeiji in un tempo antico e fu in possesso per più generazioni dalla famigliaYamaguchi che viveva nella zona della cascata Jakko. Quando il santuario Toshugu in Nikko, venne restaurato nell’era Kansei (1789-1801), Butsuan, che era andato a sorvegliare i lavori in qualità di funzionario per lo shogunato Tokugawa, apprese dell’esistenza della pietra da un sacerdote scintoista  della famiglia Saruhashi. Dopo lunghe trattative, Butsuan è stato in grado di ottenere la pietra in cambio di una spada decorativa in oro che faceva parte della sua collezione di famiglia. Dopo qualche tempo, la pietra venne in possesso di Matsudaira Sadanobu ed è stata successivamente donata al tempio Kan’eiji dove è rimasta fino ad oggi.
Dal testo e dalle illustrazioni delle pergamene, possiamo ottenere informazioni su quanto i bonseki (oggi suiseki ) siano stati ammirati dalle figure culturali del primo Ottocento e il posto importante che i bonseki  hanno nella cultura giapponese”.
     
  "Butsuan offre la spada d'oro alla famiglia Yamaguchi in cambio della pietra."
     
  "Kurokamiyama circondata dai letterati del tempo"
     
 
"La scatola in lacca rossa in cui è conservata Kurokamiyama non serve solo come custodia della pietra, ma la parte inferiore funge anche da daiza. Tutta la superficie del coperchio è ricoperta dal disegno di un vecchio rugoso pino e dalla riproduzione della malvarosa, blasone della famiglia Tokugawa, e a giudicare dalle pergamene, sembrerebbe che fu commissionato da Rakuo quando la pietra è entrata in possesso del tempio Kan’eiji”.
 
 (Testi e foto tratti dal Catalogo Ufficiale della "Japan Suiseki Exhibition" - Nippon Suiseki Association, Inc.)
     

Un corso di suiseki a Roma

 


Il Bonsai Club Castelli Romani organizza un corso di suiseki


 

 




 

 

"Salve a tutti e bentornati…..manca poco  al primo appuntamento del Bonsai Club Castelli Romani dopo la lunga pausa estiva.

La data del primo appuntamento sarà, infatti, domenica 14 settembre alle 9,30 presso I VIVAI GRAZIELLA v. Appia Nuova, 1558 00043 CIAMPINO - ROMA  .

Portate pure i vostri bonsai e lavoriamoli insieme.

 

Quest’anno abbiamo subito una novità da anticiparvi: iniziamo la stagione autunnale con un nuovo corso suiseki, che si terrà presso la nostra sede il sabato mattina secondo il calendario indicato.

Il corso avrà inizio sabato 20 settembre e sarà tenuto dalla nostra socia suisekista  e  socia AIAS Daniela Schifano e verranno affrontati argomenti teorici e pratici sulla difficile arte giapponese del suiseki.

Il costo totale del corso sarà di  60,00 euro

Tutta la documentazione sarà presente sul nostro sito
http://www.bonsaicastelliromani.it/

oppure potete farne richiesta al  nostro indirizzo email B.C.C.R@BONSAICASTELLIROMANI.IT

 

Buon suiseki a tutti ! "

     
     

 

 

 

Nell'ambito delle attività per il secondo semestre 2014, il Bonsai Club Castelli Romani ha organizzato un corso di suiseki, tenuto dalla socia Daniela Schifano.

 

 

 

Sakka -Ten 2014 : Autumn Trees

di Daniela Schifano

Fiesole (Firenze), 7 - 9 Novembre 2014
Miyabi è un termine giapponese utilizzato nel periodo Heian, e significa cortese raffinatezza, eleganza, capacità di godere dei piaceri della quiete. Ed in un'isola di tranquillità e ricercatezza, nella campagna trevigiana, la Scuola d'Arte Bonsai ambienta la prima edizione della Miyabi Bonsai Ten, scegliendo non solo una antica dimora dell'aristocrazia veneziana, Villa Foscarini Cornaro, ma anche una formula che premia senza premi. Riservata agli Istruttori ed Allievi della Scuola d'Arte Bonsai, al fine di confrontarsi e di diffondere gli insegnamenti appresi, sono stata invitata in qualità di gradito ospite... senza premi ? Certo che sì ! Anzi, per me era l'occasione che aspettavo, a dimostrazione che non solo i premi muovono le persone e riempiono le sale espositive. Trovo una curiosa analogia : l'anno è per me iniziato a Napoli, nelle sale affrescate di Villa Campolieto, e termina con un soggiorno in questo suggestivo relais, elegante ma anche ricco di spunti curiosi. Villa Foscarini Cornaro nasce come residenza cinquecentesca dei più bei nomi dell'aristrocrazia veneziana, ed è stata  ristrutturata creando un albergo signorile e riservato e sfruttando al meglio tutti gli ambienti, dal granaio dove si allevavano bachi da seta alle vecchie scuderie, dalla cantina alla Torre Colombaia.

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